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L'editoriale del 8 aprile 2018

Mario DelpiniUna intensa atmosfera si avvertiva in Duomo a Milano mentre il Vescovo Mario parlava a noi sacerdoti durante la Messa Crismale, nella quale si consacrano gli Oli e i Sacerdoti rinnovano le promesse Sacerdotali del giorno dell’Ordinazione. Ha rivolto ai preti un articolato discorso che si può riassumere “La Chiesa in debito”. Mario Delpini si è chiesto quale sia l’atteggiamento della Chiesa in debito. Il “debito” della Chiesa nei confronti della società trova anche nelle ultime vicende del nostro Paese evidenze che fanno pensare, a partire dalla recente consultazione elettorale che ha disgregato il mondo cattolico nella sua forma tradizionale rendendo ininfluente il contributo al rinnovamento culturale e sociale. Il “debito” della Chiesa si manifesta “nel senso di inadempienza per tutto quello che dovrebbe fare e non riesce a fare. Ha descritto tre ambiti perché la Chiesa assolva al suo debito nei confronti dell’umanità di questo tempo. C’è anzitutto un debito della Parola del Vangelo. Infatti al di là delle varie e pur lodevoli iniziative attorno alla Parola la massa dei credenti non è raggiunta dal rinnovamento che solo la familiarità con la Parola può portare. C’è poi un secondo debito ni confronti del popolo di Dio che è quello della grazia dei Sacramenti. La primavera porta con sé tante scadenze belle in una comunità ecclesiale con celebrazioni di sacramenti per i ragazzi della iniziazione cristiana, ma gli adulti restano lontani dalla bellezza delle celebrazioni qualche volta per responsabilità di noi sacerdoti, altre volte per mancanza di continuità nel frequentare la vita della Chiesa specialmente nella messa domenicale. Il terzo e più impegnativo debito verso i fratelli e le sorelle è quello della profezia. La prima profezia è quella ispirata dal libro degli Atti che descrive la Comunità Cristiana “con un cuor solo e un’anima sola”. Dunque la profezia dell’unità dei credenti. Ma anche una profezia della franchezza come raccontano le letture di questa domenica. “noi non possiamo tacere ciò che abbiamo visto e ascoltato” dice Pietro davanti a chi glielo proibiva. Oggi davvero abbiamo bisogno di franchezza e di profezia anche se il contesto culturale tende a marginalizzare il ruolo della Chiesa.

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