L'Editoriale del 22 aprile 2018
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- Pubblicato: Sabato, 21 April 2018 17:06
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Un nuovo rapporto con la fede.
La generazione dei giovani contemporanei sarà la prima generazione incredula? Questa domanda, che a volte diventa un tormento per educatori e genitori, non può che aprire una approfondita riflessione su una questione cruciale: Gesù non è più significativo nelle scelte dei giovani! Questa non può che essere una questione decisiva per le comunità cristiane. Il mondo giovanile, alla ricerca di una propria identità si trova spesso a marginalizzare il rapporto con la fede. Sempre più spesso l’incredulità del mondo giovanile si manifesta non “contro” ma “senza”, cioè senza una presenza di Dio, di Gesù, della Chiesa nella propria vita. Mancando questo orizzonte anche la ricerca del proprio futuro manifesta i tratti di una confusa ricerca di identità che non trova nella comunità adulta modelli credibili e affascinanti per la fede. Sta qui la vera questione: il problema non sono i giovani, ma sono gli adulti che sono già “postcristiani” perché non danno più spazio alla fede. Scrive Armando Matteo docente di teologia: “il nodo cruciale della trasmissione della fede oggi, è connesso a quell’immaginario di adulto che ha la netta fisionomia “postcristiana”. Il profilo vincente dell’adulto di oggi è quello di chi pensa ossessivamente al proprio benessere fisico, al guadagno più alto, al restare sempre giovane, a esercitare una libertà che esclude ogni forma di “per sempre”, a giochicchiare con i messaggini e i post di Facebook, a rincorrere le ultime mode e gli ultimi ritrovati dell’apparato tecnologico”. La prima “generazione incredula” (i giovani di oggi) aspetta dagli adulti l’unica strada percorribile per i loro futuro: riproporre un volto di chiesa affascinate perché vissuta con passione e un volto di Cristo capace di dare fiducia ai percorsi di fede.