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L'editoriale del 6 maggio 2018

ComunioneCome sarà?

È la domanda che più genitori mi chiedono visto il numero elevato di bambini che quest’anno si accosteranno alla Messa di Prima Comunione domenica 6 maggio. È tutto un fervore di preparativi alla ricerca di soluzioni che rendano la Messa partecipata e coinvolgente. Da parte mia so che una soluzione la troveremo e come ogni anno per la nostra comunità sarà festa grande.  Non è però questo il problema se penso a ciò che invece il nostro Vescovo di Milano Mario Delpini ha indicato quando ha parlato di una Chiesa in debito verso i fratelli della grazia dei Sacramenti. La dinamica sacramentale che realizza la comunione con il Signore risorto tramite i segni e le parole della celebrazione, corre il rischio di essere appannata e confusa. Tanta è l’enfasi con cui le parrocchie curano la celebrazione della Messa di Prima Comunione da rischiare qualche volta di perdere di vista i contenuti e soprattutto il Mistero. Vengono i brividi se pensiamo che per la prima volta questi ragazzi vengono a contatto con il mistero del Corpo di Cristo. La loro giovane età non gli per metterà di andare oltre ciò che vedono, ma noi adulti si, e oltre al rito e alla festa noi vediamo il sogno di Gesù che si realizza nella celebrazione. È messa di comunione, è messa di unità, è messa che dice la profondità del rapporto con Gesù e con i fratelli nella Chiesa. Al di là dell’evento emotivo ciò che noi adulti soprattutto i genitori dovremmo cogliere sarà la verità del dono quello di Cristo che si pone come base di ogni comunione, di ogni ricerca sincera di unità. La cura della celebrazione sarà importante, ma sarà soprattutto importante far emergere la bellezza di una presenza capace di rendere felice coloro che si affidano a questa grazia rigeneratrice ritrovando le buone ragioni dello stare insieme genitori e figli dentro la comunità parrocchiale che potrà diventare casa per tutti se sapremo far emergere la bellezza della Comunione con Gesù e con i fratelli.