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L'Editoriale del 26 agosto 2018

ImmigratiSulla pelle degli ultimi.


Da giorni stanno lì su una nave attraccata al porto di Catania senza possibilità di trovare una soluzione dignitosa, perché l’arroganza di chi si è messo contro tutti sfidando non l’Europa, non gli altri ministri, ma i sentimenti di umanità e il buon senso ha deciso così. Intano su quella nave le condizioni vita di 150 migranti eritrei, che fuggono da un paese ridotto in condizioni disastrose a causa della dittatura e del conflitto interminabile con l’Etiopia, sono precarie e non si sa quanto potranno resistere ancora. Siamo al tutti contro tutti pur di far valere una presa di posizione che risponde ormai più all’orgoglio personale che non alla soluzione di problemi. So che mentre scrivo queste considerazioni alcuni tra voi penseranno che sono fuori tempo, che fanno bene a impedire lo sbarco, che era ora che qualcuno prendesse queste decisioni. Mi chiedo però se questo nuovo corso di resistenza impresso al fenomeno migratorio risponda al desiderio di risolvere i problemi o se invece è solo la sfrontata arroganza di chi deve rendere conto ad un elettorato che appoggia queste scelte. Durante una camminata in montagna in questa settimana ascoltavo la conversazione di due escursionisti che commentavano la vicenda della nave Diciotti approvando l’operato del governo. Sentivo frasi del genere: ci portano via il lavoro, ci portano via le case, ci costano, ecc. Allora mi sono timidamente avvicinato e ho provato a chiedere: scusi lei ha forse perso il lavoro? No mi ha risposto. Ha forse dovuto lasciare la casa a qualcuno di loro? Nemmeno questo ha affermato. E allora di che stiamo parlando?