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L'Editoriale del 17 marzo 2019

Solo in Italia sono scesi in 180 piazze tantissimi giovani per gridare al mondo la necessità di salvare il pianeta di fronte ai danni ambientali che ormai non sono solo allarmi, ma sono danni reali. La presenza di tanti giovani fa ben sperare per una nuova coscienza sui temi ecologici, ma senza le decisioni degli adulti rischiano di rimanere voci inascoltate e senza futuro. Il clima festoso che sanno infondere i giovani ha certamente contribuito a risvegliare una attenzione più profonda attorno ai temi della ecologia globale, ma ciò che mi colpito di più negli slogan che si rincorrevano di piazza in piazza è l’allarme per il futuro legando così tra loro le generazioni e superando la tentazione di fermarsi a ciò che conviene solo in questo momento della storia. Io dico finalmente cominciamo vedere i frutti dell’allarme che Papa Francesco ha lanciato il 24 maggio 2015 con l’Enciclica “Laudato si” parlando della giustizia tra le generazioni al n.  161 scrive così: “Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia. Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente ha superato le possibilità del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi, come di fatto sta già avvenendo periodicamente in diverse regioni. L’attenuazione degli effetti dell’attuale squilibrio dipende da ciò che facciamo ora, soprattutto se pensiamo alla responsabilità che ci attribuiranno coloro che dovranno sopportare le peggiori conseguenze”. L’Onu ha stimato che un quarto delle morti premature e delle malattie nel mondo sono dovute alla crisi ecologica. Non illudiamoci però che la crisi la risolveranno i potenti del mondo, possiamo cominciare già noi correggendo i nostri stili di vita. Ci aiuti in questo la Quaresima!

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