Attenzione
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

    You have declined cookies. This decision can be reversed.

L'Editoriale del 18 agosto 2019

Luciano GualzettiIl Decreto sicurezza bis introdotto da questo traballante governo prevede anche pene severe per chi pratica “accattonaggio”. Se l’intento del decreto è il contrasto a coloro che riducono in schiavitù persone indifese costrette a chiedere l’elemosina possiamo anche essere d’accordo. Ma ci illuderemmo se pensassimo che l’introduzione del “reato di accattonaggio” farebbe sparire la povertà. Il direttore della Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti in merito a questo argomento contenuto nel decreto cita il grande Cardinale Carlo Maria Martini vescovo di Milano che negli anni 90 diceva:
“Come già osservava l’allora Arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini, l’elemosina racchiude in sé dei rischi perché può «incoraggiare la pigrizia di chi la riceve» e in chi la compie «far nascere l’idea di sentirsi a posto, senza andare alla radice dei problemi», tuttavia osservava sempre Martini che l’elemosina ha in sé «il valore dell’intervento immediato, che non pretende di risolvere tutto, ma fa quello che è possibile al momento».
“Proprio in virtù di questi valori, continua Luciano Gualzetti, l’accattonaggio molesto va affrontato con umanità e intelligenza. Ci auguriamo che i Comuni, cui spetta di applicare la norma, sappiano farlo senza tradire questi principi. In questo senso bene ha fatto il Consiglio comunale di Milano ad escludere dal Daspo urbano chi chiede l’elemosina in strada”.