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L'Editoriale del 18 Settembre 2016

CellulareProvo a immaginare di trovarmi in una famiglia normale. Papà, mamma, due figli adolescenti. Papà assorbito dalle responsabilità del lavoro, mamma anche. In casa non si rientra mai del tutto perché il pensiero è sempre proiettato sugli impegni del giorno successivo. Apparentemente tutto tranquillo se non fosse che i figli hanno una grande libertà, perché i genitori hanno sempre altro a cui pensare. Spesso sono in cameretta da soli. Per stare in contatto con il mondo esterno hanno la scuola, ma hanno soprattutto un cellulare un tablet, internet. I genitori ritengono i loro figli sufficientemente maturi da poter usare questi strumenti senza destare preoccupazioni. Poi all’improvviso notizie come quelle della settimana appena conclusa. Una donna si toglie la vita per un video hard messo sulla rete, una ragazzina diventa oggetto di scherno e derisione dopo essere stata filmata col cellulare dalle amiche mentre subisce una violenza sessuale in una discoteca. E notizie come queste se ne sentono molte e da troppo tempo. Per i due genitori scatta l’allarme. Non è che anche per i nostri figli possa succedere di essere coinvolti in disavventure del genere? Cominciano i controlli, si parla con loro e con sorpresa entrambi i genitori si rendono conto che i loro figli sono già andati oltre. Si perché ciò che hanno colto i genitori è che i ragazzi prendono tutto come un gioco. Prima ancora di mettere in rete sconcezze, la cosa grave è che se tutto è un gioco allora si può fare e dire di tutto. Ma la vita è altro e quello che per molti adolescenti è solo un gioco, speso diventa una tragedia.

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