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L'Editoriale del 6 novembre 2016

caritaspicc“Non dimenticate l’ospitalità” è il tema scelto per la giornata diocesana Caritas. Una domenica, ma non sarà la sola in un anno, dove riflettere sulla “nostra capacità di accogliere l’altro, lo straniero, il diverso dalla quale dipende la qualità dei nostri rapporti umani con chi è vicino, prossimo, amico: fare spazio all’altro significa arricchire la propria identità, aprire orizzonti nuovi, mettere ali alle nostre radici”. (Angelo Scola). Il Priore del monastero di Bose Enzo Bianchi a proposito dell’ “effetto” socializzante dell’accoglienza scrive: “L’ospitalità è un dono! Dono a chi è ospitato, dono a chi ospita. Certo, l’ospitalità è solo una tappa, non può essere tradotta in situazione definitiva, perché essa si indirizza sempre a nuovi interlocutori temporanei che si affacciano alle soglie della casa o della città. La condizione dell’ospite è quella di chi non resta, altrimenti diventa un membro e perde la propria qualità di straniero, forestiero, altro, pellegrino: l’ospitalità è un rito di passaggio, il dono temporaneo di uno spazio.

Praticare consapevolmente l’ospitalità, allora, porterà con sé un dono inatteso: quasi inavvertitamente finiremo con scoprire che facendo spazio all’altro nella nostra casa e nel nostro cuore, la sua presenza non ci sottrae spazio vitale, ma allarga le nostre stanze e i nostri orizzonti, così come la sua partenza non lascerà un vuoto, ma dilaterà il nostro cuore fino a consentirgli di abbracciare il mondo intero”. La sfida che abbiamo davanti non è solo l’accoglienza dello straniero, del profugo, ma si tratta di acquisire quello stile evangelico dell’apertura a tutti gli uomini che si trovano “nelle periferie esistenziali” e non sono solo coloro che si trovano in emergenza ma anche tanti nostri fratelli  e sorelle  fisicamente vicini a noi ma lontani dal nostro cuore.

 

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