L'Editoriale di Don Ettore del 26 Giugno 2016
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- Pubblicato: Domenica, 26 June 2016 15:34
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Poco più di un mese fa c’è stata un’aggressione del Parroco di Osnago che aveva accolto in casa due balordi dando loro la possibilità di farsi una doccia. Per tutta risposta l’hanno legato a una sedia e lo hanno massacrato di botte per derubarlo. Ora leggiamo di una aggressione, a seguito di un furto, per don Bassano sacerdote conosciutissimo a Erba per il suo impegno verso i gli emarginati e i disperati del nostro territorio e non solo. Si potrebbe andare avanti nell’elenco perché le cronache parlano spesso di aggressioni a sacerdoti a seguito di tentativi di furti o di violenze. Come Caritas abbiamo aperto proprio in queste settimane a Lecco la nuova comunità per malati di AIDS che porta il nome “Centro Isidoro Meschi” legato a un sacerdote che a Busto Arsizio è stato accoltellato e ucciso da un giovane che lui aiutava. Sempre più lungo l’elenco di aggressioni e violenze gravi. Eppure i Sacerdoti non si tirano indietro, sono sempre aperti e pronti ad aiutare chiunque. Ciò che lascia sconcertati, è che nella maggior parte dei casi gli aggressori sono conosciuti dalle vittime. Sono spesso persone che sono state aiutate dai sacerdoti. Fatti di cronaca come quello capitato a don Bassano non fermeranno la disponibilità di Sacerdoti ad aiutare le persone in difficoltà. Conosciamo i rischi che incontriamo ma non ci fermeremo. La carità, la disponibilità all’aiuto, spesso hanno un prezzo da pagare. Ma se dovessimo fare calcoli, e se ci lasciassimo tentare di tenere le canoniche chiuse, non saremo più testimonianza di una “chiesa aperta” a chiunque pur nella consapevole eventualità che un giorno o l’altro qualche balordo possa farti del male.