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L'Editoriale del 24 marzo 2019

PulmanCremaRami.

Col passare dei giorni diventano più nitidi i contorni della sfiorata strage del pullman dei ragazzi di Crema. La registrazione delle telefonate ha fatto emergere il coraggio dei ragazzi nel lanciare appelli di aiuto che fanno venire i brividi solo ad ascoltarli. E mentre sale l’indignazione per l’attentatore cresce contemporaneamente la sorpresa di trovarsi davanti preadolescenti coraggiosi e soprattutto uniti nel cercare di salvarsi da una situazione drammatica. Non più tardi di qualche giorno fa Papa Francesco parlando a un nutrito gruppo di ragazzi ha detto che “i giovani non sono il futuro, sono l’oggi” e lo hanno dimostrato con la mobilitazione per l’ambiente e soprattutto lo hanno dimostrato i ragazzi del pullman di Crema. Il tremendo fatto di cronaca ha preso ormai le prime pagine di tutti i giornali e io non voglio tornare sui particolari dell’accaduto, ma voglio fermarmi a riflettere su quei ragazzini e sul loro coraggio riprendendo un passaggio dell’articolo di fondo del quotidiano Avvenire di venerdì 22 marzo a firma del direttore Marco Tarquinio: “Ci sarebbe stato solo da dire 'grazie' a quanti in un giorno di marzo, alla vigilia della primavera, hanno fatto sì che la morte non prevalesse. …. I miracoli non dipendono da noi, ma qualche volta hanno anche il nome di un impaurito eppure coraggioso ragazzino italiano nato egiziano e l’amata divisa dei Carabinieri. Ci rammentano che la nostra vita, la vita di tutti è fatta della stessa umana materia e che nessuno si salva da solo. È questo che conta”. Con più sento la testimonianza dei ragazzini del pullman, con più mi rendo conto di come sia vero che lì ha agito non solo Rami, (a cui spetterebbe la cittadinanza italiana non solo come premio, ma perché nato in Italia, compagno di scuola di altri ragazzi come lui) ma tutti i ragazzi insieme. Si è vero “i giovani non sono il futuro, sono l’oggi” e lo hanno dimostrato.

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