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L'Editoriale del 4 dicembre 2016

a tutti sei venuto incontroA tutti sei venuto incontro

A volte però noi poniamo resistenze all’azione di Dio, siamo refrattari alle opportunità che egli ci offre.

Quando c’era il cantiere non si poteva osservare bene, ma ora, che almeno in parte il sagrato è stato liberato e si può accedere alla Chiesa, finalmente si può vedere la frase che accompagna nei tempi forti dell’anno, Avvento e Quaresima, fuori delle chiese delle quattro parrocchie della comunità pastorale: “A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO”.
Come dire che lui non ha proprio trascurato nessuno, a tutti ha offerto la possibilità, durante l’anno Santo della Misericordia di fare esperienza del perdono dato e ricevuto. A volte però noi poniamo resistenze all’azione di Dio, siamo refrattari alle opportunità che egli ci offre. Nell’omelia a Santa Marta del 1 dicembre, Papa Francesco ha parlato di tre resistenze nascoste.
La prima è la “resistenza delle parole vuote”. La resistenza cioè di coloro che parlano, promettono, fanno proclami di cambiamento, ma che poi alla fine non cambiano mai nulla.
Poi c’è la resistenza “delle parole giustificatorie”, e cioè quando una persona si giustifica continuamente, “sempre c’è una ragione da opporre”. Quando ci sono tante giustificazioni, “non è il buon odore di Dio”, dice il Papa, ma “c’è il brutto odore del diavolo”.
E poi c’è la resistenza “delle parole accusatorie”: quando si accusano gli altri per non guardare se stessi. Forse inconsapevolmente queste resistenze rendono la vita cristiana e la nostra appartenenza alla Chiesa senza slanci, senza cuore, senza entusiasmo.
Guai chiudere la vita entro un recinto di resistenze giustificate in mille modi, ma pur sempre pericolose, perché ci fanno perdere quelle occasioni che quasi sensibilmente ci fanno sentire la presenza di Dio nella nostra vita.

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