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L'Editoriale del 4 settembre 2016

Giornata tutela creatoHa colpito l’opinione pubblica la frase pronunciata dal vescovo di Rieti Mons. Pompili ai funerali delle vittime del terremoto sabato scorso ad Amatrice: “non uccide il terremoto, ma le opere dell’uomo”. Sotto il tendone allestito per l’occasione suonano dure le parole di denuncia e in quel contesto si capiva quanto erano e sono vere. Ma quella denuncia la troviamo già nell’Enciclica <<Laudato si>> di Papa Francesco e oggi in occasione della giornata per la custodia del creato ne riporto una parte. Il nostro Paese è segnato in molti modi dalla violenza che degrada la creazione: si pensi ai numerosi casi di inquinamento nelle città, che mettono a rischio la salute e la stessa vita di molti quasi sempre soprattutto i più fragili , i più poveri, gli esclusi . Si pensi all’avvelenamento di tanti territori, a seguito di pratiche industriali non sempre adeguatamente controllate; alle tante morti, di cui magari si comprende la causa solo dopo anni. Si pensi, ancora, agli effetti dei cambiamenti climatici che portano alla crescita dei cosiddetti ‘migranti ambientali’ e al loro impatto sui cicli delle stagioni e sulla produzione agricola; alla violenza di tanti eventi metereologici estremi: veramente sono un «problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità”.

“C’è, quindi, un grido della terra che va ascoltato con attenzione, nella varietà dei suoi aspetti; chiama ogni essere  umano, in modo particolare i credenti, alla cura della casa comune”, così scrivono i nostri Vescovi.

 

 

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