La Parola che interpreta la vita
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- Pubblicato: Sabato, 11 March 2017 19:11
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La Parola che interpreta la vita. Contro le parole che etichettano ed escludono.
Giovedì pomeriggio mi trovavo sul sagrato del duomo di Milano. Uscito dalla metropolitana mi è apparso il nostro duomo illuminato dal sole di marzo nel cielo sgombro di nuvole e “così bello quando è bello” come diceva il Manzoni. Mi sono soffermato a lungo a guardarlo affascinato dalle statue, dalle guglie, dai giochi di ombre che risaltano ancor di più l’architettura gotica del tempio più bello d’Italia. Attorno a me un brulichio di persone di tutte le razze, lingue, fogge. Ma tutti avevano in comune un mezzo si comunicazione senza il quale non riusciremmo più a vivere e guai a dimenticarlo a casa, come ha detto di recente Papa Francesco. Si può dimenticare a casa la Bibbia, ma questo non fa problema, ma senza il cellulare ci prende l’ansia, come se manca qualcosa di noi. Questi mezzi di comunicazione sociale si moltiplicano, diventano sempre più sofisticati, tecnologici, non riusciamo più a farne a meno. Sul sagrato c’era chi scattava foto, chi selfie, chi parlava ad alta voce come se dall’altra parte la parola arrivasse in vivavoce. Osservavo un po’ sconcertato e mi sono posto una domanda: ma tutte queste parole sono “buone parole”? sono parole che edificano? Sono parole aggraziate o parole come pietre che feriscono e fanno male non solo alle orecchie, ma anche al cuore? Credo che abbiamo bisogno di pulizia delle parole. Ne diciamo troppe e superficiali fino a snaturare anche il modo di salutarci. Ne siamo così travolti che non sappiamo più dare il giusto peso alle parole. Abbiamo invece bisogno di parole vere, quelle riprendono significato perché sono parole che si confrontano con la Parola l’unica capace di interpretare la vita.