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L'editoriale del 26 marzo 2017

PapaFrancesco ScolaParole che illuminano e parole che mistificano.

Le parole si sprecano a fiumi e sembrano tutte parole innocue. Ne sentiamo talmente tante nel corso della giornata che ad esse non prestiamo più l’attenzione necessaria. Eppure molte di queste parole sono mistificatorie cioè parole che vengono dette per raggirare gli sprovveduti, per imbrogliare anche i più provveduti. Sono parole capaci di argomentare così sagacemente che sembrano vere. Ma non è così. Anzi! Come districarci nel dedalo di parole che creano perfino assuefazione, abitudine, ascolto superficiale? Dall’inizio della Quaresima stiamo ricordando la necessità di zittire parole che sono chiacchiere per aprire invece il cuore alla Parola. La liturgia domenicale ce ne sta offrendo in abbondanza e la visita del Papa ce ne sta offrendo altre. L’evento lascia sicuramente un segno forte e ciò che resterà della visita non lo potremo certo quantificare nei numeri di coloro che hanno partecipato, sia alla periferia di via Salomone, sia nel Duomo con i religiosi e i sacerdoti, sia al parco di Monza, sia al carcere di San Vittore, sia allo stadio San Siro con gli ottantamila ragazzi della Cresima. Tra i numeri che certo lasceranno il segno saranno i 55 alloggi che idealmente sono stati consegnati durante la Messa di papa Francesco, sabato nel parco di Monza. Le 55 case ristrutturate da Caritas Ambrosiana per le famiglie in difficoltà sono un progetto fortemente voluto dall’Arcivescovo Scola che ha inteso offrirlo in occasione della visita del Pontefice come segno duraturo di Misericordia per l'Anno Santo appena concluso. La Parola genera parole di senso, la Parola genera segni di carità, la Parola genera una società che ritrova la sua anima grazie alle parole di Papa Francesco. Perché le parole non diventino mistificatorie devono essere parole vere. La Parola ci aiuti a capire quelle vere che fanno bene da quelle mistificatorie che fanno danni

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